Recensione ristorante I’Contadino: i posti del cuore

Ci sono ricordi che inevitabilmente restano indelebili nella nostra memoria,nel nostro cuore e nel nostro palato.

Ieri sera con Fabio ho deciso di rivivere un pezzetto del mio passato, andando a mangiare da I’ Contadino, un ristorante a Martignana, dove ho avuto il piacere di lavorare, quindi la vena sentimentale oggi prevarrà su quella critico gastronomica (magari 😛 ).

Si sa, cucinare è un atto di amore verso gli altri, e questo più che mai me lo ha insegnato una persona che porterò sempre nella mia memoria, il mitico Franco.

Avevo 19 anni, era estate e dovevo iniziare l’università: a quell’età li, si sa, la voglia di indipendenza è tanta e sicchè avevo deciso di trovare un lavoretto per i miei vizi.

Grazie ad una conoscenza venni a sapere che un ristorante, non molto lontano da casa aveva bisogno di un aiuto cameriera per il fine settimana: detto fatto, dopo la prima sera di prova venni presa.

Era un ambiente familiare e i primi imbarazzi vennero cancellati grazie alla simpatia travolgente di Paolo: la sera servire e stare lì era diventato, per me, un altro angolo di felicità.

Il locale sempre pieno risuonava delle risate e della gioia dei clienti storici: la personalità di Franco, il cuoco e babbo di Paolo, si riversava con amore nei piatti che cucinava.

Un po’ burbero e incazzoso, sapeva però strapparti un sorriso con una battuta o con le sue barzellette, che abitualmente, prima del servizio, quando si mangiava tutti insieme, ci raccontava.

E’ proprio vero che chi fa le cose con passione e amore entra nel cuore delle persone: così fu per me.

Se potevo essere intimorita da quell’omone, all’apparenza ruvido, iniziai sempre più a entrarci in sintonia, lui e Piera (la mamma di Paolo ) erano per me altri nonni acquisiti.

Mi meravigliavo quando realizzavo che Franco era un appassionato della musica rock, e spesso, alla TV del bar metteva la radio per ascoltare i mitici Queen.

Era un cuoco e un pasticcere fantastico: i nomi e i gusti delle sue creazioni, come il superbo cheese-cake, ancora li assaporo quando ci penso.

Fungaiolo appassionato, mi divertivo ad ascoltare lui e Paolo che raccontavano delle loro avventure in bosco, e come erano buoni!!

Tutte le cose belle, si sa, finiscono e il mio tempo lì finì, e nonostante questo portavo nel cuore i bei momenti di gioia passati lì.

Purtroppo tempo dopo Franco venne a mancare e per me fu un duro colpo: le persone non hanno bisogno di tanto tempo per lasciare segni nella vita degli altri, soprattutto se queste persone hanno l’anima di una persona come era Franco.

Per fortuna, però, chi lavora con dedizione e passione può lasciare, oltre al ricordo di se stesso, memoria concreta di ciò che era e questo oggi avviene grazie a Paolo, che continua il lavoro del babbo con Piera, e lo fa con lo stesso spirito e con un po’ di innovazione, tipo l’impasto col carbone vegetale.

Ieri sera, rimangiare la famosa carbonara di mare è stato un salto nel passato, e l’immagine di Franco mi è apparsa davanti mentre rideva delle sue barzellette.

Risentire i nomi dei famosi dolci, la “scrocchiarella” (buonissima invenzione di Franco con la crema di mascarpone e la nutella), la panna cotta di Piera, mi ha rievocato emozioni belle e vere.

Nonostante gli anni passati vengo accolta con calore e amore, e per me questo non può che essere un onore oltre che una soddisfazione.

La cucina è anche questo, ricordi di felicità che rimarranno per sempre.

P.S:  comunque anche ieri sera s’è mangiato come botoli, quindi il nostro giudizio non può che essere positivo! 😛

 

Siamo stati accolti così, come vippe, a nostra insaputa. Grazie mille a Paolo, che onore che risate!